In risposta, il corpo rilascia un’ondata di insulina, l’ormone che ha il compito di trasferire il glucosio in eccesso dal sangue alle cellule, per essere usato come energia o immagazzinato. Ma dopo pasti ricchi di carboidrati, la risposta insulinica è spesso troppo intensa. Il risultato? Invece di tornare ai livelli normali, la glicemia crolla, scendendo sotto la soglia ottimale.
Cosa succede in quel momento?
Ti senti stanco, distratto, irritabile, e di nuovo affamato, spesso con voglia di zuccheri o carboidrati rapidi, solo per tornare a sentirti “normale”. Questo sali-scendi continuo, in meno di un’ora, mette sotto pressione corpo e mente.
Con l’età, il ciclo si intensifica
Nel tempo, il corpo diventa meno efficiente nel gestire questi picchi. La sensibilità all’insulina diminuisce, e le cellule rispondono meno efficacemente. Questo calo nella risposta può portare a:
- Glicemia elevata per periodi prolungati dopo i pasti
- Eccesso di produzione di insulina, che favorisce l’accumulo di grasso, soprattutto nella zona addominale
- Rischio aumentato di squilibri metabolici, che impattano su energia, appetito e controllo del peso
Magari ti accorgi che cibi che un tempo tolleravi bene ora ti lasciano spossato, deconcentrato o insolitamente affamato.
E non si tratta solo di come ti senti: nel lungo periodo, i picchi glicemici frequenti mettono a dura prova il metabolismo. Uno studio ha dimostrato che i picchi glicemici acuti possono scatenare stress ossidativo e risposte infiammatorie, anche in individui apparentemente sani.* Altri studi hanno evidenziato come un andamento glicemico irregolare sia associato a un calo delle funzioni cognitive, con un impatto che tende a intensificarsi con l’età.**
I picchi glicemici compromettono anche il delicato equilibrio ormonale che regola fame, umore e accumulo di grasso. Il risultato? È più difficile sentirsi sazi dopo i pasti, mantenere un’energia stabile e gestire il peso in modo efficace.